Ok, finalmente è arrivato. Da un paio di settimane è iniziata (ormai direi che sta per concludersi…) la distribuzione dei Pebble Time ai sostenitori che hanno partecipato alla raccolta fondi su Kickstarter. Avevo avuto modo di scrivere del Pebble Time in un mio precedente articolo: ora ecco qui una mia minirecensione di questo interessante smartwatch.
Partiamo subito con il dire che il pacchetto con cui arriva il Pebble Time è abbastanza “meh…“: una scatola simil-Amazon marrone molto leggera, con una grossa scritta “it’s time” nera su un lato. La scatola si apre strappandone via un pezzo a mo’ di chiusura lampo. All’interno troviamo un’ulteriore protezione di plastica dove è alloggiato il Pebble Time, il caricatore magnetico USB ed un paio di foglietti (garanzia e guida rapida all’utilizzo). Se la povertà del packaging serve a tenere basso il prezzo finale, ben venga 🙂
Fatemi dire subito che, non appena ho visto lo smartwatch, ho tirato un vero e proprio sospiro di sollievo: infatti dalle ultime recensioni lette e da alcune foto pubblicate sul Web temevo che il Pebble Time fosse di aspetto molto più plasticoso/giocattoloso. Invece mi sono dovuto ricredere: il tutto è rifinito molto bene e risulta gradevole alla vista. Ovvio che non stiamo parlando di uno Zen Watch, di un Motorola 360 o di un Apple Watch. Il target ed il prezzo del Pebble Time sono altri, ma devo dire che almeno ai miei occhi (prosciuttosi?) il risultato finale è più che buono.
Lo smartwatch risulta veramente leggero (le specifiche parlano di 42.5 gr) e comodo da indossare, anche grazia alla sua lieve curvatura che ne rende inoltre le linee più eleganti.
Il display è protetto da un vetro curvo Gorilla Glass con trattamento oleofobico anti impronte digitali ed è circondato da una cornice esterna in acciaio satinato. Il cinturino standard è di silicone, morbido, molto gradevole al tatto, mentre la chiusura è di metallo. Il cinturino fornito in dotazione è munito di un sistema rapido di aggancio/sgancio che rende la sostituzione molto semplice. Ricordo inoltre che a differenza di altri blasonati smartwatch, il cinturino del pebble è in formato standard, quindi per cambiarlo non ci sono assolutamente problemi.
Veniamo all’utilizzo, ma partendo dal fondo, ovvero dalla durata della batteria. Il mio esemplare è arrivato con una carica di circa il 60%. L’ho caricato per la prima vola dopo 3 giorni di continue installazione di watchapp, watchface e prove intensive delle sue funzionalità. Le specifiche parlano di una durata della batteria che va dai 5 ai 7 giorni, a seconda dell’utilizzo.
Alla prima accensione veniamo invitati ad installare l’applicazione Pebble Time sullo smartphone che collegheremo via Bluetooh al Pebble Time. Da quest’ultima si effettua velocemente il Pairing tra lo smartwatch e lo smartphone (nel mio caso un Nexus 5) senza il minimo problema. Dalla stessa applicazione è possibile impostare alcuni settaggi del Pebble oltre al fatto che è sempre da qui che possiamo scaricare ed installare le numerose applicazioni e/o watchface disponibili.
Proprio per quanto riguarda le watchface e le watchapp, gli sviluppatori stanno modificando velocemente le vecchie applicazioni per il Pebble classico per adattarle alle nuove funzionalità del Pebble Time, prima fra tutte il display a colori. Sinceramente: c’è l’imbarazzo della scelta. Per quanto riguarda le applicazioni si va dai telecomandi per mediacenter (Skipstone) fino a tracker per il fitness (PlexFit), passando per videogiochi (Pebtris, Pixel Miner), utility (Compass, Timer +), ecc. Se cercate qualcosa sicuramente la troverete tra le oltre 6500 applicazioni disponibili. Stessa cosa per le Watchface: la scelta è sterminata.
La novità più evidente del Pebble Time è il display che sul nuovo modello guadagna il colore mantenendo invariate grandezza e risoluzione. Il Pebble Time monta un display LCD e-paper (NON e-ink!) a bassissimo consumo da 1.25 pollici per una risoluzione di 144×168 pixel a 64 colori. E’ assolutamente fantastico all’aperto e/o comunque in piena luce: le scritte, le immagini e le animazioni risultano ben contrastate e leggibilissime. Purtropo il display non rende il meglio di se in condizioni di scarsa luminosità. C’è da dire che in tali situazioni è possibile attivare la retroilluminazione premendo uno dei pulsanti dello smartphone oppure scuotendo leggermente il polso. La stessa retroilluminazione si attiva ogni volta che arriva una notifica, ma purtroppo allo stato attuale la sua durata è veramente bassissima (ad occhio direi circa 2 secondi) e non modificabile dalle impostazioni. Il più delle volte la retroilluminazione si spegne ben prima che si riesca a leggere il contenuto della notifica. La cosa è già stata discussa sul forum di supporto e credo che a breve uscirà un aggiornamento del firmware che permetterà di modificare questo aspetto poco curato del Pebble Time.
La campagna su Kickstarter.com di Pebble ha sottolineato più di una volta il nuovissimo sistema operativo sviluppato appositamente per il Pebble Time, enfatizzando soprattutto l’introduzione della Timeline, che è l’interfaccia principale con cui ci troveremo a interagire. La Timeline è essenzialmente quello che la parola inglese suggerisce: una serie di eventi tra i quali è possibile scorrere utilizzando i pulsanti del Pebble Time. La TimeLine si attiva semplicemente premendo i pulsanti di navigazione dello smartwatch: utilizzando il pulsante in alto posto sul lato destro del quadrante, si visualizzeranno gli eventi passati, premendo il pulsante in basso si passerà agli eventi successivi. Ogni applicazione del Pebble Time ha la possibilità di inserire un PIN (ovvero di incorporare i sui eventi) nella Timeline. Tramite questi eventi è poi possibile richiamare le funzioni dell’applicazione semplicemente selezionando l’evento tramite il pulsante centrale.
Un video vale più di mille parole:
Qui sotto un video fatto dal sottoscritto dove si può vedere un Pinned Event inserito dall’applicazione Battery +:
https://youtu.be/nYsBGeZe8Zc
(Nel video si può notare che Battery + indca erroneamente che il telefono è stato caricato l’ultima volta Giovedì 11, ma il dato si riferisce all’istante in cui è stato installato il programma la prima volta)
Altra chicca è il riconoscimento vocale (speech-to-text). La prima sopresa è che l’italiano è tra le lingua supportate. La seconda è che mi sembra funzionare molto bene. Installando sullo smartphone l’applicazione AndroidWear dal Google Play Store di Google, il riconoscimento viene esteso un po’ a tutto l’ecosistema Android, come ad esempio GMail o hangout, senza bisogno di alcuna configurazione. Per funzionare è necessario che il Pebble Time sia sincronizzato allo smartphone e che quest’ultimo abbia una connessione ad internet. Di seguito un piccolo esempio (E’ sparito l’audio, perdonatemi! :D).
https://youtu.be/Ws_h8fxr3fM
Un discorso a parte meritano le notifiche. Il Pebble Time si integra perfettamente con le notifiche di Android. Dopo mezza giornata di utilizzo vi chiederete come avete fatto a vivere senza fino ad oggi 😀 Lo smartwatch può visualizzare qualsiasi notifica gestita da Android Wear, permettendoci di interagire con l’applicazione stessa che ha generato la notifica: è possibile rispondere alle email come ad una chat di Hangout. Si può interagire con le notifiche rispondendo via voce (come abbiamo già visto per il speech-to-text) oppure utilizzando delle risposte impostate da noi stessi tramite l’applicazione “Pebble Time” sullo smartphone ed infine utilizzando una lunga serie di risposte e/o emoticon preimpostate. A mio parere l’unico limite alle notifiche è il fatto che normalmente l’ultima notifica sovrascrive la precedente che, dal lato Pebbe Time, viene persa per sempre: non c’è infatti un sistema per recuperarla a meno di non utilizzare una watchapp apposita che sostituisca il sistema nativo, come ad esempio Notification Center for Pebble Per controllare le notifiche precedenti basta spostarsi nell’app “Notifications” del menu principale, ma si perde in ogni caso la possibilità di interagire con le vecchie notifiche.
Ci sarebbe moto altro da dire, ma mi fermo qui. Questa minirecensione è diventata più lunga del previsto. Mi riprometto di tornare sull’argomento se avrò buone o cattive nuove da segnalare.
Se avete domande, fate pure.
Ciauz!
1 commento su “It’s time: minirecensione del Pebble Time.”