Colloquium per Pebble: versione 1.1 disponibile

icona del software colloquium e immagine pebble time

Nel PlayStore è disponibile l’aggiornamento alla V 1.1 di Colloquium. In questa versione sono state introdotte alcune funzioni aggiuntive, utili per eseguire piccole operazioni sullo smartphone (come ad esmepio l’opzione Find My Phone), o impostare sempre tramite voce le opzioni di Colloquium stesso. La guida estesa è stata aggiornata con le informazioni dettagliate delle nuove … Leggi tutto

Come funziona Colloquium per Pebble

icona del software colloquium e immagine pebble time

Ho realizzato un breve filmato per mostrare la semplicità di utilizzo di Colloquium per Pebble, la mia piccola applicazione Android che permette di dettare le gli eventi da inserire in uno dei calendari dello smartphone utilizzando solamente il microfono del Pebble. Colloquium è attualmente in beta. Per poterlo scaricare è necessario iscriversi al mio gruppo … Leggi tutto

Colloquium per Pebble Time, Time Steel, Round

icona del software colloquium e immagine pebble time

Icona Colloquium per Pebble
Colloquium è un piccolo programma gratuito per Android che ho realizzato nel mio tempo libero. L’applicazione permette di inserire eventi in uno dei calendari dello smartphone semplicemente dettandoli attraverso il microfono del Pebble, quindi niente Pebble classic, mi dispiace.

L’applicazione, per funzionare, necessita del plug-in gratuito Tasker Voice, sviluppato da dmillerw. Questo piccolo programma permette di inoltrare allo smartphone tutto ciò che viene dettato tramite il microfono del Pebble.

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It’s time: minirecensione del Pebble Time.

Vista frontale del Pebble Time.
AGGIORNAMENTO 13.06.2015: Durante la scrittura della recensione mi sono accorto di un fastidioso difetto che purtroppo affligge il mio Pebble Time: premendo i bordi della cornice esterna si sente un lieve rumorino, come se qualche parte interna si andasse ad incastrare meglio nel suo alloggiamento. Diciamo che la cosa è abbastanza impercettibile e non me ne sarei mai accorto se non avessi sottoposto lo smartwatch a 1000 prove. L’importante è che questo rumorino non sia indice di una non perfetta tenuta all’acqua del Pebble Time: in tal caso si tratterebbe di un grave difetto di fabbricazione. Purtroppo, stando da quello che si può riscontrare in giro sul Web, sembrerebbe che io sia in buona compagnia. Nel frattempo ho contattato il supporto che mi ha subito ricontattato chiedendomi di effettuare alcune prove ed un piccolo video del problema (nel video il rumore è enfatizzato dalla vicinanza dello’orologio al microfono della videocamera).

 

Vista frontale del Pebble Time.Ok, finalmente è arrivato. Da un paio di settimane è iniziata (ormai direi che sta per concludersi…) la distribuzione dei Pebble Time ai sostenitori che hanno partecipato alla raccolta fondi su Kickstarter. Avevo avuto modo di scrivere del Pebble Time in un mio precedente articolo: ora ecco qui una mia minirecensione di questo interessante smartwatch.

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amuled, aMuleGUI, amulecmd e Raspberry Pi

aMule
aMule

Emule continua indisturbato, ormai da oltre un decennio, ad essere un punto di riferimento per il P2P. Emule e i suoi cloni sono disponibili per una vasta gamma di architetture: si va da Windows fino a Linux, passando per MacOSX e Solaris. Nello specifico, quando si parla di Emule ci si riferisce solitamente all’applicazione per Windows (che è l’ambiente dove il programma è nato), mentre per quasi tutte le altre piattaforme, in particolare per Linux, il programma di riferimento si chiama aMule.

aMule deriva direttamente da Emule e ne condivide la maggior parte delle caratteristiche. Quello che rende aMule molto interessante è il fatto che ne esiste una versione sotto forma di demone chiamato amuled che può essere eseguito anche su installazioni prive di GUI e su dispositivi poco potenti come ad esempio la nostra Raspberry Pi.

Qui di seguito la mia solita raccolta di appunti personali riordinati in modo da dargli una forma passabile per la pubblicazione. Spero che siano di interesse per qualcuno.

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Come reimmatricolare l’auto italiana in Francia (aggiornamento 22/06/2022)

regioni della francia con i simboli caratteristici

AGGIORNAMENTO 22/06/2026

Un nuovo aggiornamento dall’utente Luigi che, direttamente dalla Corsica e prendendo spunto dal precedente aggiornamento di Federico, ci regala una guida aggiornatissima all’immatricolazione di un’auto italiana in Francia.

Come al solito, il testo originale di Luigi lo potete trovare nella sezione dei commenti, mentre subito qui sotto troverete lo stesso testo formattato per una lettura più agevole..

Grazie Luigi per il tuo contributo!

Prima di tutto, grazie a Roberto e Federico per le preziose informazioni contenute nel post! Senza sarei impazzito. Riesco a scrivere questo commento con tanti mesi di ritardo, ma sono stato a dir poco fagocitato dalla mia vita lavorativa e familiare… ma bando alle ciance, ora eccomi qua!

Confermo in grossa parte quelle che sono state le operazioni effettuate da Federico, ma ci sono alcuni dettagli differenti.

In primis, in Italia, almeno fin quando ho effettuato io la pratica, è necessario espatriare già con il mezzo radiato al PRA. Il che vorrebbe dire foglio di via e targhe provvisorie volendo trasportare il veicolo sulle sue “ruote” (quindi ulteriori costi), o metterlo su un camion ed espatriarlo (economicamente ancora peggio). Tra le altre cose io non avevo alcuna intenzione all’inizio di restare a lungo in Francia, quindi non avevo proprio pensato alla cosa. Sarei dovuto rientrare in Italia, in piena pandemia, radiare e tornare indietro. Ma vivendo già qui, in Corsica, ho dunque affrontato questa prima difficoltà inviando, attraverso un amico, targhe e libretto di circolazione italiani ad un’agenzia di pratiche auto in Italia, con una mia delega. Costo dell’operazione 105€. Presumibilmente fatta direttamente al PRA sarebbe costata un pochino di meno, ma ho preferito non incasinarmi. Mi sono fatto scansionare la nuova carta di circolazione con la radiazione segnata su… Mi rendo conto che questo sia un espediente, ma un poco mi sono sentito costretto. Il rischio era che se beccavano il mio amico con le targhe ed il libretto potevano fare molte storie. Un alternativa potrebbe essere inviare tramite posta assicurata le targhe direttamente ad una vostra agenzia di fiducia.

Qui è cominciata l’avventura francese.

Tutto è stato fatto online, fatta eccezione per la stampa delle targhe (anche se si potrebbe).

1) Quitus

Tramite mail ho scritto al Centre des Impôts della mia zona (2B – Haut Corse). Essendo già proprietario del veicolo mi hanno detto di dover inviare i seguenti documenti (quindi rispetto a Federico né fattura di acquisto né certificato di cessione):

  • Il formulario cerfa 1993-PART
  • Un giustificativo di domicilio
  • Copia del documento di identità
  • Carta di circolazione italiana

Vi consiglio di scrivere al vostro ufficio di competenza e chiedere direttamente a loro, specificando quale è la vostra situazione e di quali documenti hanno bisogno. A differenza di quanto accaduto a Federico mi hanno rinviato il formulario Cerfa 1993-PART con il numero di Quitus segnato su. Il tutto è durato due giorni lavorativi.

(nota dell’admin: per quanto riguarda il certificato cerfa 1993-PART, credo che Luigi si riferisca al documento cerfa 1993-PARD-D-SD, ma non ne sono sicuro).

2) Immatricolazione

Iscritto al portale ANTS, con tutte le scartoffie pronte e digitalizzate, ho fatto la procedura come specificato da Federico, con la differenza che il Quitus mi era stato inviato dal Centre des Impôts, quindi non ho dovuto “inventarmelo”. Procedura iniziata il 29 di Settembre sera e terminata il 14 di ottobre con la richiesta di pagamento di quanto dovuto per l’immatricolazione (nel mio caso 148,76€, il calcolo si effettua in base ai cavalli fiscali) ed invio lo stesso giorno della carte grise provvisoria.

3) targhe nuove

Con la carte grise provvisoria sono andato ad un officina vicino casa e mi sono fatto stampare le targhe sul momento (costo 25€).

4) Assicurazione

Ho parlato con varie assicurazioni sul territorio cercando di non ripartire da zero con le classi bonus malus, l’unica assicurazione che ha accettato parzialmente il mio certificato di rischio è stata l’Axa che alla “modica” cifra di 400€ mi ha assicurato il veicolo per un anno, incluso soccorso stradale e rottura di vetri.

Quindi il tutto si è risolto in una quindicina di giorni lavorativi e ad un costo di burocrazia pari a 278,76€ (radiazione + immatricolazione + targhe). Da aggiungere l’assicurazione…

Questo è quanto. Spero in qualche modo che anche queste indicazioni possano essere utili a chi verrà dopo di me.
Grazie ancora a Roberto e Federico…e buona immatricolazione a tutti.

AGGIORNAMENTO 14/04/2021

Dopo tanto tempo, ecco un aggiornamento della procedura di re-immatricolazione scritta dall’utente Federico 🙂 Troverete il testo originale nella sezione dei commenti. Bando alle ciance, eccovi la prima e la seconda parte della guida (e ringraziate solamente Federico, io mi sono limitato ad approvare il suo commento!).

– PUNTATA 1: Introduzione e il Quitus

Come promesso, ecco la mia Guida Galattica (a puntate) per re-immatricolare un veicolo in Francia, basata sulla trafila che ho appena compiuto per i miei veicoli (un’auto e una moto).

Premessa 1

Da qualche tempo, sia per la digitalizzazione sia per la crisi Covid, tutte le operazioni si svolgono online. Nessun bisogno (o quasi, vedere più sotto) di recarsi fisicamente in alcun ufficio.

Premessa 2

Le entità coinvolte sono: Centre des impôts e ANTS (Agence nationale des titres sécurisés). Le Prefecture non entrano in gioco.

Documenti necessari

Lista esaustiva dei documenti necessari (salvo eccezioni, vedere puntata 2):

  • Documento di identità
  • Giustificativo di domicilio francese
  • Libretto italiano
  • Modulo Cerfa 13750*07
  • Quitus fiscal

Partendo dal presupposto che siate in possesso dei primi 3, che d’ora in poi chiameremo per comodità SOLITOTRIO©, e che il quarto (Modulo Cerfa 13750*07) si fa online all’istante, il vostro cammino deve cominciare dalla domanda del mitologico Quitus fiscal.

Quitus fiscal: è il documento che attesta che avete pagato la TVA (ovvero l’IVA) sulla vostra auto al momento dell’acquisto. Va domandato al vostro Centre des Impôts di competenza, ovvero quello del comune in cui risiedete. Il problema è che attualmente tutti i Centre des Impôts sono chiusi al pubblico, per cui dovete cercare di avere un appuntamento contattandoli per mail, o telefono, il che può essere quasi impossibile. Nel mio caso mi sono comunque recato fisicamente al centro, dove ho trovato appesa alla posta una cassetta delle lettere e dei moduli di contatto vergine da compilare. Compilato e imbucato il modulo, sono stato contattato per mail circa una settimana dopo. Mi è stato domandato di fornire, oltre al SOLITOTRIO©:

  • fattura d’acquisto, qualora la vettura fosse stata acquistata da un commerciante (caso della mia moto).
    OPPURE
  • certificat de cession, qualora la vettura fosse stata acquistata (o ricevuta in dono) da privato (caso della mia auto). Certificato vergine qui: https://www.service-public.fr/simulateur/calcul/15776

Il giorno stesso, ho ricevuto una mail che mi avvisava che il veicolo era stato correttamente registrato e il relativo numero a 7 cifre di validazione del Quitus.

ATTENZIONE: a questo punto l’iter relativo al Quitus è terminato, non riceverete nessun documento né per posta né per mail, ma l’amministrazione francese saprà che il vostro veicolo è in regola… qui bisogna veramente fare una professione di fede, soprattutto noi italiani scettici (nota di rbnet: confermo :D).

Nella prossima puntata: caricare i documenti sul sito dell’ANTS in modo furbo.


PUNTATA 2

Come promesso, ecco la seconda parte della guida basata sulla mia fresca esperienza.

Una volta in possesso del numero di validazione del Quitus, recatevi sul portale ANTS e fate l’accesso: come detto da altri, non è necessario creare un conto, dato che con FranceConnect potete usare le credenziali di qualsiasi altro account abbiate con l’amministrazione francese (Ameli, Impots…).

A questo punto:

mon espace véhicule -> Je souhaite faire une autre demande -> immatriculer pour la première fois un véhicule en France

Vi si chiederà di caricare:

  • Libretto italiano;
  • Giustificativo di domicilio francese;
  • Modulo Cerfa 13750*07 di domanda di immatricolazione;
    e…
  • QUITUS FISCAL!

Ma come? Abbiamo appena detto che non si riceve nessun documento legato al Quitus, ma solo un numero di validazione! Ed ecco dove sta il ‘metodo furbo‘ cui accennavo nella puntata precedente: bisogna allegare un formulario di DOMANDA DI QUITUS, riempendo anche il campo, in teoria riservato all’amministrazione, col numero di validazione (‘Numéro de Quitus’, nel gruppo 6).

Link al formulario: https://www.impots.gouv.fr/portail/formulaire/1993-part-d/demande-de-quitus-fiscal-1993-part-d-sd

…Facile eh?

A quel punto il vostro dossier sarà trattato e, se tutto andrà a buon fine, dopo una settimana circa riceverete una comunicazione ‘votre dossier est en attente d’une action de votre part‘ in cui vi si chiede sempliecemente di pagare online la reimmatricolazione (circa 200 euro nel mio caso, ma credo dipenda dalla potenza fiscale [nota di rbnet: per la prima immatricolazione di un veicolo in Francia bisogna tenere presente anche l’imposta ‘Taxe malus sur les véhicules les plus polluants‘: https://www.service-public.fr/particuliers/vosdroits/F19911]).

Fatto ciò, il giorno dopo riceverete per mail la ‘carte grise provisoire‘, già valida a tutti gli effetti (potete quindi stamparla e recarvi, come detto da altri, a fare le targhe francesi ed installarle) ma di durata limitata a un mese, e qualche giorno dopo ancora, per raccomandata, l’agognata ‘carte grise‘.

La parte finale del processo, ovvero la distruzione delle targhe italiane,è ancora in corso. Ci aggiorneremo presto, spero…


AGGIORNAMENTO 24/09/2018:

Il buon Giovambattista (che ringrazio moltissimo) ha risposto al mio appello (che trovate più sotto, poco prima della guida originale) ed ha deciso di condividere la sua esperienza riguardo la reimmatricolazione in Francia della sua vettura precedentemente immatricolata in Italia. Vi consiglio di leggere il suo messaggio perché ci sono alcuni informazioni importanti a cui prestare attenzione.

Grazie per il tuo articolo sulla reimmatricolazione della macchina in Francia, mi ha aiutato tantissimo. Vorrei quindi raccontarti la mia esperienza, magari potresti inserirla nell’articolo.

Innanzitutto, il CDC non è stato necessario. Sono andato all’ufficio delle imposte con il libretto, certificato di proprietà, justificatif de domicile e documento di riconoscimento, e ho ottenuto il Quitus gratuitamente in 10 minuti.

Avevo recentemente fatto la revisione in Italia (meno di 6 mesi) e mi ero fatto lasciare un certificato, in italiano, sul quale sono indicati i dati dell’auto e la dicitura “esito positivo”. Questo documento è stato accettato e non ho avuto bisogno di fare il controle technique.

Ho quindi iniziato la domanda sul sito ANTS e caricato i documenti necessari: quitus, libretto, certificato di proprietà, justificatif de domicile e revisione. In 3 settimane ho ricevuto il libretto provvisorio, ho potuto fare l’assicurazione (Macif, buoni prezzi e mi hanno riconosciuto gli anni di esperienza di guida in Italia), e in qualche giorno ho ricevuto il libretto originale e ho potuto stampare le targhe.

Tutto molto più facile di quello che mi aspettavo! Costo circa 200 euro (Polo 1.6 diesel 90CV).

Poi bisogna radiare la macchina dal PRA. Io abito vicino Parigi e ho deciso di passare per il consolato. Impossibile da contattare… Quindi mi sono recato personalmente al consolato con i seguenti documenti: copia libretto francese, copia carta d’identità, certificato di proprietà, libretto originali e la prova di un bonifico di 57.50 euro all’ACI. Dopo una lunga attesa, e una fila senza alcun ordine (che gli costava mettere 2 bigliettini numerati??), ho potuto parlare con la persona che si occupa delle radiazioni. Ha preso i miei documenti senza rilasciarmi nulla (neanche su richiesta), dicendomi che massimo una settimana e avrei ricevuto il certificato di radiazione, e lasciandomi il numero di telefono del suo ufficio. Non ho ricevuto niente per 6 settimane e la persona non rispondeva al telefono (decine di chiamate al giorno, tutti i giorni). Alla fine mio padre è andato a informarsi in Italia ed effettivamente l’auto è stata radiata. Sconsiglio di passare per il consolato, veramente un pessimo servizio.

Spero che la mia esperienza possa esservi utile.

– Giovambattista


ATTENZIONE: le informazioni che trovate nella guida originale presente in questa pagina e che riguardano i documenti da presentare presso la prefecture (punto 4) sono da considerarsi obsolete. A partire dal 6 Novembre 2017 tutte le nuove richieste di immatricolazione/carte grise si effettuano solamente online e non più in prefecture. I documenti da presentare rimangono per lo più invariati.

Tutte le informazioni ufficiali si possono trovare a questo link: https://www.service-public.fr/particuliers/actualites/A12151

Se qualcuno avesse già avuto esperienza con la nuova procedura online e se la sentisse di pubblicare una nuova guida o aggiornare le info qui contenute è ovviamente il benvenuto 🙂 Potete contattarmi utilizzando il modulo di contatto del blog.


Articolo aggiornato il 27 Gennaio 2017 con i suggerimenti che gli utenti hanno pubblicato nei commenti o inviato per email.

Circa 1 anno fa, con la mia famiglia, ci siamo trasferiti in Francia. Durante questo periodo, tra i vari problemi che abbiamo dovuto affrontare, c’è stato quello della burocrazia francese e detto da un Italiano questo dovrebbe già farvi comprendere cosa significhi qui la parola “burocrazia”. In Francia qualsiasi cosa richiede un modulo e una firma e non esiste l’autocertificazione. Ma c’è una grossissima differenza con l’Italia: la burocrazia sembra funzionare o almeno questa è stata fino ad ora la nostra esperienza.

Repubblica Francese

Uno dei vari ostacoli affrontati è stato quello della reimmatricolazione della nostra auto italiana, una Mazda 6 SW del 2005. In rete si trovano già numerose guide su come effettuare questa procedura, ma ho voluto comunque scrivere qui cosa abbiamo dovuto fare noi per venire in possesso delle agognate plaque d’immatriculation francesi. Magari qualcuno lo potrà trovare utile.

N.B. nei commenti è possibile trovare alcune utilissime informazioni inviate dai lettori del blog.

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