Ci vuole una bella faccia tosta per affermare ‘ste porcherie, soprattutto in periodo pre-elettorale, ma da un uomo di chiesa (istituzione che si prende di solito circa 500 anni prima di scusarsi per le stronzate commesse… quando si scusa…) non mi aspettavo niente di meno:
ROMA – Chi voterà per un candidato che non rispetta l’embrione si renderà complice dell’omicidio che sta dietro ogni aborto. Più che un ammonimento all’indirizzo degli elettori cattolici, è un anatema che ha tutta l’aria di puntare ai candidati, cattolici in primo luogo, schierati nelle liste di centrosinistra. Se parte poi dalle mura del Vaticano, il caso fa presto a esplodere. Tanto più che monta all’indomani del richiamo di Papa Ratzinger sul Dio che “non distingue un embrione da un adulto”.
Jean-Marie Le Menè è membro della Pontificia accademia per la vita e nel corso della tavola rotonda che ha concluso il convegno internazionale sull’embrione umano svoltosi Oltretevere, non ha usato giri di parole in vista della politiche del mese prossimo. “Votare a favore di un candidato le cui convinzioni non sono rispettose dell’embrione – ha detto – costituisce una complicità con l’omicidio di quest’embrione, e quindi una grave mancanza di carità”.
Esternazione di un certo peso, rincarata dall’autorevole esponente dell’accademia vaticana con l’invito a “una resistenza attiva al genocidio programmato dell’embrione nella fase del pre-impianto, anticamera della clonazione umana”. E i politici cristiani “non dovrebbero accontentarsi di non fare ma hanno l’obbligo di fare proposte positive e innovative per proteggere l’embrione”.
È sera quando l’eco delle parole di Le Menè è rimbalzata al di qua del Tevere. E dal fronte dell’Unione la reazione è stata immediata. Furibonda, dall’ala più laica. Cauta e ponderata, dall’area cattolica. Il leader della Rosa nel pugno, Emma Bonino, è convinta che a questo punto sia stato superato il segno: “Spero che almeno questa volta a sinistra si reagisca contro questa dichiarazione assurda da parte della Chiesa. Sono senza parole. Ribadisco: aboliamo il Concordato. Ci mancava solo che dicessero brucerete all’inferno”. E Lanfranco Turci, fresco di approdo al partito della Bonino: “Parole molto gravi, che rompono la distinzione tra verità di fede e la laicità nella politica”. Mentre di “inaccettabile intervento a gamba tesa del Vaticano nella campagna elettorale” ha parlato il verde Paolo Cento.
Altro che stracciare il Concordato. I toni usati da Paola Binetti, presidente del comitato “Scienza e vita” che guidò la campagna pro astensione al referendum sulla procreazione, ora candidata della Margherita, sono stati molto più soft. Anche se l’uscita non è piaciuta neanche a lei. “Nella sostanza – ha commentato – ci sono affermazioni giuste e condivisibili, il tono però è così contundente che non facilita la comprensione del valore della vita”. Ingerenza nella vita politica dello Stato? “A me sembra che non c’era bisogno di questa affermazione. Come ha dimostrato il referendum, Il 75 per cento degli italiani si è schierato per la tutela della vita e chiederà ai politici che eleggerà di sostenere la difesa della vita”.
In giornata, rispondendo a chi gli chiedeva se le politiche liberiste di Zapatero sui diritti civili potessero sbarcare in Italia in caso di successo dell’Unione, il leader dei Ds Fassino aveva escluso qualsiasi omologazione: “Sono contrario a trasferire automaticamente e meccanicamente delle esperienze di altri paesi. Nessuno ha chiesto a Berlusconi di fare le politiche di Aznar, non vedo perché adesso bisogna chiedere al centrosinistra italiano di fare quelle di Zapatero. Ogni governo fa le politiche che sono corrispondenti alle condizioni, alle sensibilità, alla cultura di un paese”.
(1 marzo 2006)