Giornali Comunisti

Copertina di The Economist

Perché Basta?: Perché ai due motivi per i quali nel 2001 avevamo detto che Berlusconi era inadeguato – conflitto d’interessi e palude di casi giudiziari – se n’è aggiunto un altro in questi cinque anni di governo. Un motivo nuovo e più devastante: i suoi risultati da primo ministro. Chi lo votò sperava che avrebbe usato la sua abilità di businessman per riformare l’economia. L’Italia ora ha tra le grandi economie europee il record negativo di crescita, ha perso competitività. È vero che i suoi problemi sono simili a quelli della maggior parte dell’Europa e che dappertutto servono riforme profonde, dure. Ma il punto è che il governo di centro-destra non ha neanche avviato il processo. La nostra conclusione è che Berlusconi come riformatore ha fallito.

Il titolo del servizio all’interno, la storia principale sull’ Economist di oggi, è un altro pugno nello stomaco: «Una triste storia italiana». Il sommario spiega perché: «I disillusi elettori possono anche disfarsi della coalizione di centro-destra, ma un governo guidato da Romano Prodi potrebbe essere di poco migliore». C’è un riquadro con colpo da ko alla fiducia: «Il paradiso dei gerontocrati», che si riferisce all’ «età pensionabile» dei due contendenti. Direttore, non vi convince nemmeno il professor Prodi? «Berlusconi è unfit (inadeguato). Noi appoggiamo Prodi con qualche esitazione, perché è vero che è più vicino al modo di pensare dell’ Economist , ma ha un problema molto serio: dipende da una coalizione di piccoli partiti tra i quali i comunisti non riformati, contrari alla liberalizzazione del mercato e alle privatizzazioni». Per di più, spiega l’editoriale, «molti italiani non riconoscono quanto sia malata la loro economia».

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