“Facciamo un po’ quel che cazzo ci pare”

Mettiamo i puntini sulle “i“: quello che i mass media italiani si sono prodigati a raccontare come lo “sciopero dei camionisti” non è stato uno sciopero, ma una serrata. Quello che vorrei far notare non è il nome da appioppare all’azione di questi individui, ma il fatto che il Ministero dell’Interno non sia intervenuto immediatamente per impedire le azioni di blocco di servizi pubblici e privati messi in atto da chi protestava; blocchi che in taluni casi hanno assunto l’aspetto di vere e proprie aggressioni verso chi non aderiva alla protesta. Mi piacerebbe sapere cosa accadrebbe se io, metalmeccanico, domani che sono previste due ore di sciopero per chiedere maggiore prevenzione e sicurezza sul lavoro, prendessi il furgone dell’azienda e lo piazzassi di traverso sull’autostrada più vicina…

In Italia oltre l’80% del trasporto delle merci è effettuato su gomma ed il governo cosa fa? Invece di disincentivarlo, tassandolo a dovere e premiando gli imprenditori che prediligono altri mezzi di trasporto (ferroviario e marittimo), si arrende davanti alle prime proteste dei camionisti, ma non prima di far incazzare mezza Italia a causa dei succitati blocchi illegali portati avanti da padroni e padroncini.

Avete mai provato a chiedere ad un camionista il perché della serrata? “Stiamo scioperando (sigh…) anche per voi: le autostrade costano troppo, il gasolio costa troppo e questo e quel’altro ed abbiamo l’appoggio degli italiani.” Ma a chi volete prendere per il culo? La serrata è stata messa in atto solo a vostro beneficio, ovviamente; non abbiamo mai creduto ad una sola parola dei vostri bugiardi portavoce, così come non avete mai avuto la solidarietà della maggior parte degli italiani, anzi: oggi probabilmente gli italiani vi odiano molto più di ieri.

Per far cessare la protesta (illegale) gli emendamenti introdotti in Finanziaria (parliamo di recupero pedaggi, garanzie sull’aumento del carburanti ,ecc.) vanno nella direzione meno auspicabile possibile, rafforzando di fatto il cartello (perché di questo oramai si tratta) dei trasportatori su gomma. Per ottenere questi privilegi, la categoria dei trasportatori non ha esitato a bloccare servizi pubblici e privati, costringendo alla cassa integrazione aziende grandi e piccole ed alla chiusura temporanea di molti negozi, oltre al fatto che molte persone sono dovute ricorrere a ferie e permessi (magari non retribuiti, perché lo sapete come funziona nelle aziende private, vero?) perché impossibilitati a recarsi presso il proprio posto di lavoro causa mancanza di carburante o impossibilità a percorrere strade ed autostrade.

Padroncini, camionisti e tutta la loro compagnia si sono comportati da irresponsabili e bugiardi. Non è per niente che la categoria più rappresentativa di tali individui sia capeggiata da Paolo Uggè, sindacalista deputato (sigh…) della Casa delle Libertà… si, la “libertà di fare un po’ come cazzo vi pare” (cit. Guzzanti).

Ora offendetemi pure, tanto i commenti sono moderati. Tié.

3 commenti su ““Facciamo un po’ quel che cazzo ci pare””

  1. Leggo con qualche giorno di ritardo, ma sottoscrivo al 100% il tuo sfogo. E’ indegno come il Governo abbia sedato la serrata togliendo fondi veramente utili all’Italia per destinarli a questo gruppo di arroganti e, viste le vari interviste concedetemelo, ignoranti commercianti del trasporto.

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